Di Staff Take2me il 10 Marzo 2016
Molti di noi, almeno una volta a settimana, mangiano una pizza. Che sia in pizzeria, al ristorante o take away, non importa.
Ormai la critica gastronomica imperversa e chiunque ha un’opinione ben precisa su come deve essere preparato un bel piatto di risotto alla milanese, come deve essere cucinata la bottarga o la cottura perfetta per un filetto degno di questo nome. Ma la pizza, uno degli alimenti più consumati e conosciuti al mondo, quali caratteristiche deve rispettare per essere definita di qualità?
Ecco quali sono gli aspetti da tenere in considerazione.
Il primo è quello di osservare i piatti di chi la sta già mangiando. Ovviamente se nel tavolo accanto al vostro hanno lasciato il cornicione e alcuni triangolini di pizza, potete già intuire che aria tira.
Non deve essere gommosa. Se così fosse rischiate di non digerirla. La masticazione non deve essere faticosa. La valutazione vera e propria dell’impasto però avviene almeno 12 ore dopo averla mangiata. Non dobbiamo sentire un aumento della sete o la riproposizione del sapore.
Prova del taglio. Anche all’interno non deve essere molliccia, ma ben cotta.
Non deve avere bolle, né interne né esterne. Se così fosse, significa che la lievitazione non è andata come doveva.
Non deve essere bruciata, ovviamente.
Prova del fazzoletto. Prendete una fettina di pizza e appoggiatela su un tovagliolo bianco. Se è buona non deve lasciare segni di olio.
Le materie prime devono essere fresche. Fortunatamente questa è una caratteristica facile da riconoscere. Il pomodoro ad esempio, deve ricordare la polpa appena spremuta.
Le farine non devono lasciare in bocca una sensazione di stantio. E soprattutto, non devono esserci tracce di farina dello spolvero non cotta.
E voi, come riconoscete una buona pizza?
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